All'alba del 9 settembre 1943 la Quinta Armata americana sbarcò sul litorale salernitano.
La città, seppure incredula, accolse con entusiasmo "i liberatori", le donne porgevano loro ramoscelli d'ulivo.
La speranza di vedere conclusa la guerra, benché frustrata dalla tenacissima resistenza tedesca, echeggiava in un clima di grande fervore.
I bombardamenti prima, i combattimenti poi: il prezzo pagato alla guerra da Salerno e dalla sua provincia fu altissimo: 400 morti, migliaia i feriti. I danni materiali furono enormi: 15.000 vani distrutti, oltre 100 ponti danneggiati, un quinto dei fabbricati industriali andò perduto. Alimentazione, alloggi e trasporti i punti di maggiore sofferenza.
Con lo sbarco degli alleati la guerra volgeva al termine, ma ne restavano comunque le tracce.
L'operazione Avalanche (Valanga) pose le premesse per la nascita del nuovo Stato democratico e rese Salerno capitale d'Italia e sede del governo Badoglio.
L'11 settembre 1943, il colonnello americano Thomas Aloysius Lane, nominato governatore della città, dopo aver preso possesso del palazzo di città si reca a rendere omaggio a monsignor Monterisi, tra le poche autorità ancora presenti in città, dopo il massiccio sfollamento. L'Arcivescovo raccomanda all'ufficiale la città e afferma: Siete il rappresentante di nazioni civili presso una nazione civile. Date ordini precisi perché siano rispettate le donne, le proprietà private e gli edifici del culto. Il colonnello dopo aver assicurato il rispetto di questi principi dice: Ildebrando sconfisse l'imperatore tedesco. Ora aiuterà anche noi a scacciare da Salerno e dall'Italia l'oppressore tedesco.
Il governo Badoglio si trasferisce a Salerno l'11 febbraio 1944. Nella nuova compagine governativa vi sono anche due salernitani: Giovanni Cuomo all'Educazione Nazionale e Raffaele Guariglia agli Esteri.
Il 27 aprile 1944 nel Salone dei Marmi di Palazzo di Città si riunisce il primo Consiglio dei Ministri del governo di unità nazionale.
Il trasferimento a Salerno per il governo significa anche un salto qualitativo: è qui che si comincia a procedere alla ristrutturazione amministrativa.
Agostino Degli Espinosa scrive:
…tra le fessure della organizzazione militare americana, si vedeva comparire la vita italiana e con meraviglia in essa si riconoscevano i caratteri della civiltà contemporanea. Per le strade soleggiate passavano automobili, carabinieri in casacca di cuoio su motociclette rosse, ufficiali e soldati ben vestiti, borghesi corretti e indaffarati. Negli uffici ministeriali le dattilografe scrivevano velocemente sulle loro macchine lucide, i tavoli erano carichi di pratiche e funzionari diligenti compulsavano, segnavano carte o discutevano dottamente"
La città di Salerno con i suoi 80 mila abitanti svolgeva un ruolo che sembrava l'avesse dilatata, come ingrandita. I salernitani, consapevoli allora del momento eccezionale, sentivano l'orgoglio di ospitare il governo d'Italia, un orgoglio che si manifestava in una generosa gara di tutti ad offrirsi per quanto potesse occorrere per il vanto del proprio paese, per l'onore d'Italia.
Tra le moltissime e gravi questioni che il governo italiano si trova ad affrontare durante l'inverno e la primavera del 1944 se ne ricordano alcune rispetto alle quali nonostante le difficoltà, si riescono ad ottenere importanti risultati.
La soluzione della questione alimentare con il ripristino del razionamento. Il ristabilimento delle vie di comunicazione e la rinascita dell'Università di Salerno. Sciolta la scuola di medicina durante il decennio francese, l'ultimo scampolo di Università salernitana era stato abolito da Francesco De Sanctis, ministro della Pubblica istruzione e rettore dell'università di Napoli, all'indomani dell'Unità d'Italia. Il 15 marzo 1944. Durante il governo Badoglio nasce il Magistero a Salerno con sede a Palazzo Pinto, in via Mercanti. Essenziale a tal fine è stata l'attività di Giovanni Cuomo, salernitano, prima sottosegretario poi ministro del governo Badoglio.
La vicenda però non fu senza strascichi. Le autorità accademiche napoletane insorgono sottolineando la necessità di tener conto della mancanza di tradizioni culturali nella città di Salerno. Ma la miopia e il campanilismo del corpo accademico partenopeo appoggiato da Adolfo Omodeo, rettore e ministro della Pubblica Istruzione non riescono ad impedire la riapertura, durante i giorni di Salerno capitale, di una pagina importante della vita culturale e sociale della città.
Il 4 giugno con la liberazione di Roma, come era stato stabilito precedentemente, Vittorio Emanuele III affida la Luogotenenza del Regno al figlio Umberto e a Badoglio succede, come Presidente del Consiglio dei Ministri Ivanoe Bonomi che continua a riunire il suo governo a Salerno fino ad agosto, quando normalizzatasi la situazione a Roma il Governo torna nella sua sede naturale.
Termina in questo momento l'avventura di Salerno Capitale.
La città di Salerno ha svolto il ruolo di Capitale solo per poco più di cinque mesi, eppure in quel tempo così breve, ma convulso e di alta drammaticità, prese forma un governo che fu la cellula, il primo supporto del nuovo Stato italiano, l'inizio della storia della nostra rinascita come popolo, come democrazia, come governo (Gabriele De Rosa, Intervento al convegno "Salerno Capitale", Salerno, 14.07.1994.)
Le sedi del Governo Badoglio
Comune di Salerno: sede della presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Interni e del Ministero dell'Educazione Nazionale.
Salone dei Marmi: si tenevano le riunioni del Consiglio dei Ministri
Ufficio del Sindaco: Ufficio del Presidente del Consiglio dei Ministri
Sala della Giunta: sede del Ministero dell'Educazione Nazionale, poi Pubblica Istruzione
Palazzo delle Poste: sede del sottosegretariato Poste e Telegrafi.
Palazzo Natella: sede del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, del Ministero dei Lavori Pubblici e degli uffici di collegamento dei Ministeri della Guerra e della Marina
Palazzo Barone: sede del Ministero degli Esteri
Palazzo di Giustizia: sede del Ministero di Grazia e Giustizia e della Suprema Corte di Cassazione